Il progetto ha suscitato numerose proteste, tra cui quella di Italia Nostra nazionale, per il suo notevole impatto, per l’indubbio contrasto con la normativa vincolistica e per il pesante utilizzo a fini privati che lo snatura completamente, cancellandone storia e dignità. A quanto ci risulta, verrebbero sacrificati i depositi di munizioni, la casamatta, la vecchia cisterna, oltre alle numerose specie arboree di pregio paesaggistico come olmi, lecci, gelsi bianchi e pioppi neri.
L’esposto chiede inoltre di valutare la legittimità dell’approvazione dell’intervento da parte di un Commissario Delegato, fatto che permette di far ricadere nell’ambito dell’urgenza e dell’eccezionalità proprie delle ordinanze di Protezione Civile tale progetto e gli altri citati, che sono di soggetti privati finalizzati al perseguimento di interessi privati, anche se fatti passare come riqualificanti per l’isola. In essi non si ravvisano quei caratteri emergenziali che comportano lo scavalcamento di tutti gli organi di confronto democratico (Municipalità, Consiglio Comunale, ecc.), di controllo e di autorizzazione (Commissione per la Salvaguardia di Venezia, istituita ai sensi della Legge Speciale).
A tale proposito va ricordato che alcuni componenti di tale Commissione, tra cui il rappresentante del Ministero dell’Ambiente, hanno chiesto al Presidente delegato della Commissione ing. Casarin di voler attivare una verifica della correttezza giuridica dell’attività del Commissario e la legittimità dell’ordinanza del 15 settembre 2009 che modifica la Legge Speciale per Venezia