Una grande bandiera nera per Gianfranco Mossetto, con stampato il bianco teschio; in più, una menzione di disonore inviata a Massimo Cacciari e alla soprintendente Renata Codello.
Nei prossimi giorni, Legambiente consegnerà il simbolo di «pirata del mare» a Mossetto, presidente di Est Capital, meritato da quanti, secondo gli ambientalisti, farebbero scempio del nostro sistema marino e costiero. Queste sono le motivazioni, espresse ieri mattina da Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Venezia: «Le brutte notizie per il Veneto e per Venezia non si limitano alle acque e alla insufficiente depurazione - ha spiegato - ma arrivano anche dalle coste. In questo caso, però, il pericolo non arriva dai batteri, bensì dal cemento, dalle speculazioni edilizie e dal continuo consumo di suolo. Il Lido, l'ex Ospedale al Mare e il Parco della Favorita si stanno trasformando in una ghiotta occasione per il «partito del cemento». L'area, già venduta dal Comune per 81 milioni di euro, somma destinata a finanziare il nuovo palazzo del Cinema, è stata acquistata da Est Capital per realizzare un grande centro residenziale con case di lusso, albergo, centri commerciali, negozi, piscina e parcheggi sotterranei. Peccato che la delibera del consiglio comunale prevedeva «un'edificazione massima di due edifici di altezza di 9,50 e 12,50 metri, su una porzione corrispondente a un quarto dell'area interessata», mentre Est Capital individua un piano di edificazione residenziale costituito da una trentina di ville da circa 200 mq ciascuna, accanto alle quali dovrebbero svettare anche tre torri alte 20 metri. Cubature che finirebbero per coprire per intero l'area della Favorita. In sostanza, si tratterebbe della distruzione del Parco della Favorita e dell'occupazione di una parte molto ben conservata del litorale del Lido di Venezia, il tutto spacciando la lottizzazione come intervento di riqualificazione, oltretutto deturpando e modificando il paesaggio».
«Con Mossetto - ha proseguito Lazzari - si sono guadagnati una menzione d'onore poco edificante anche l'ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che non ha posto alcun limite urbanistico, né ambientale, all'intervento in questione, e la soprintendente per i Beni artistici ed ambientali Renata Codello, che ha approvato il progetto preliminare e definitivo senza nulla obiettare, anziché svolgere quel ruolo di garanzia che le è affidato per legge».
Irrintracciabile, perché in viaggio all'estero, Gianfranco Mossetto non ha risposto alle accuse, nè il presidente ha fatto sapere se riceverà in ufficio gli ambientalisti con bandiera nera, a guisa dell'irridente tapiro d'oro di Staffelli in «Striscia la notizia». (t.c.)
Nei prossimi giorni, Legambiente consegnerà il simbolo di «pirata del mare» a Mossetto, presidente di Est Capital, meritato da quanti, secondo gli ambientalisti, farebbero scempio del nostro sistema marino e costiero. Queste sono le motivazioni, espresse ieri mattina da Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Venezia: «Le brutte notizie per il Veneto e per Venezia non si limitano alle acque e alla insufficiente depurazione - ha spiegato - ma arrivano anche dalle coste. In questo caso, però, il pericolo non arriva dai batteri, bensì dal cemento, dalle speculazioni edilizie e dal continuo consumo di suolo. Il Lido, l'ex Ospedale al Mare e il Parco della Favorita si stanno trasformando in una ghiotta occasione per il «partito del cemento». L'area, già venduta dal Comune per 81 milioni di euro, somma destinata a finanziare il nuovo palazzo del Cinema, è stata acquistata da Est Capital per realizzare un grande centro residenziale con case di lusso, albergo, centri commerciali, negozi, piscina e parcheggi sotterranei. Peccato che la delibera del consiglio comunale prevedeva «un'edificazione massima di due edifici di altezza di 9,50 e 12,50 metri, su una porzione corrispondente a un quarto dell'area interessata», mentre Est Capital individua un piano di edificazione residenziale costituito da una trentina di ville da circa 200 mq ciascuna, accanto alle quali dovrebbero svettare anche tre torri alte 20 metri. Cubature che finirebbero per coprire per intero l'area della Favorita. In sostanza, si tratterebbe della distruzione del Parco della Favorita e dell'occupazione di una parte molto ben conservata del litorale del Lido di Venezia, il tutto spacciando la lottizzazione come intervento di riqualificazione, oltretutto deturpando e modificando il paesaggio».
«Con Mossetto - ha proseguito Lazzari - si sono guadagnati una menzione d'onore poco edificante anche l'ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che non ha posto alcun limite urbanistico, né ambientale, all'intervento in questione, e la soprintendente per i Beni artistici ed ambientali Renata Codello, che ha approvato il progetto preliminare e definitivo senza nulla obiettare, anziché svolgere quel ruolo di garanzia che le è affidato per legge».
Irrintracciabile, perché in viaggio all'estero, Gianfranco Mossetto non ha risposto alle accuse, nè il presidente ha fatto sapere se riceverà in ufficio gli ambientalisti con bandiera nera, a guisa dell'irridente tapiro d'oro di Staffelli in «Striscia la notizia». (t.c.)