lunedì 25 gennaio 2010

AMIANTO

Noi ormai siamo a rischio, e per noi intendo tutte quelle persone che come me hanno abitato 4 mesi all’anno  per 30 anni (e più) nelle capanne delle spiagge lidensi,  ma ora bisogna salvare le future generazioni.

Dagli anni 50 in poi le capanne del Lido erano tutte di eternit, una struttura di piccole travi di legno e  lastre quadrate di eternit. Il tetto era di ondulato sempre dello stesso materiale. Si stava proprio incoscientemente bene,  quel materiale era perfetto dal punto di vista abitativo, col sole cocente all’interno l’ambiente era temperato e c’era una buona traspirazione dell’umidità, niente a confronto delle attuali capanne in plastica e fibra di vetro (materiale anche questo “sospetto”).
Si dice, però, che l’eternit sia un materiale compatto formato sì da amianto ma che il pericolo sia esclusivamente sul pulviscolo  che verrebbe respirato soltanto nel caso di sgretolamento dello stesso. Sarà per quello che ci siamo (speriamo) salvati. A volte però qualche spintone sulle capanne o qualche pallone calciato o qualche maldestro lavoro di manutenzione procurava la rottura delle  lastre.  Sparse sulla  sabbia si trovavano non poche schegge di eternit. Ricordo che per fare i fortini di sabbia con i soldatini, che tanto si usavano quando ero piccolo, raccoglievamo queste schegge che servivano da scudo alle palline di vetro. Erano tempi in cui eravamo sempre sotto controllo dei genitori, figuriamoci se ci avessero lasciato giocare in quel modo se solo si fosse conosciuta la nocività dell’amianto. Però ad un certo momento si venne a sapere di questa nocività. Motivi economici (di tutti i gestori) però fecero sì che si andò avanti ancora per anni con l’eternit. Una prova della conoscenza sta nel fatto che da un certo anno in poi furono sistemate (dalla CIGA)  delle tende orizzontali che coprivano l’interno del tetto in modo che eventuale pulviscolo non scendesse sui vestiti appesi. Ci fu  anche qualche lagnanza da parte dei clienti che leggevano notizie preoccupanti sulla nocività dell’amianto e dell’eternit. Finalmente, ma passarono anni,  si sostituirono le capanne, ma che fine fecero ?  Quelle ancora  “buone”  vennero trasferite (come avviene sempre) nelle spiagge diciamo di seconda categoria ad esempio agli Alberoni dove rimasero ancora per qualche anno. Le altre rotte (specialmente quelle di prima fila, anche a seguito di mareggiate invernali) furono sotterrate, dove ?  Molto probabilmente in riva al mare sotto la sabbia. Le capanne erano tantissime, se si scoprisse che non sono state mai trasportate in altri “lidi” cioè in discariche attrezzate (ma mi sembra quasi impossibile) allora tutta la spiaggia del Lido sarebbe una tomba di amianto. Non per nulla nelle giornate di vento qualche bagnante  buontempone dice “Respirate a fondo che l’amianto fa bene ai bronchi”. Ma a parte gli scherzi mi sembra che adesso bisogna pensarci veramente, non è più messa in dubbio la nocività e quindi bisogna intervenire. Ringrazio chi mi ha comunicato la presenza dei sacchi sulla spiaggia e che ha fatto si che potessi denunciare con le foto la presenza dei sacchi. L’operazione non doveva passare in sordina, i cittadini devono sapere cosa accade nel loro territorio. Speriamo che chi di competenza intervenga in modo indolore e  tuteli, nel  migliore dei modi, la salute dei cittadini.