I1 film più visto alla mostra del cinema è una commedia all'italiana. Si intitola 'Il buco': Viene programmato di continuo, giorno e notte, davanti al vecchio casinò, e per vederlo non si paga neanche il biglietto. Il regista è un commissario. Logico. Deve scoprire chi ha seppellito l'amianto sotto al piazzale. Sempre fantasiosa Venezia, che nella sua lunga storia si è inventata mille mestieri, dal provveditore alle pompe al sovrintendente ai fanali, fino al magistrato alle acque. Adesso si è superata, è l'unica città al mondo che può vantarsi di disporre di un commissario al nulla. Dicono sia utilissimo. Già la parola, commissario, incute reverenza. Fa venire in mente la pipa di Maigret, i vini di Carvalho, gli arancini di Montalbano. Ma esistono anche altri tipi di commissari che non hanno nulla a che vedere con la polizia, come quelli che ogni tanto vengono mandati a bonificare un ente locale dissestato o un partito politico malandato. Ultimamente il belpaese pullula di commissari che non sono di polizia, e che anzi, in qualche caso, si tengono bene alla larga dalla polizia. Alcuni vengono anche defmiti straordinari, non si sa bene se per l'eccezionalità delle loro doti o piuttosto dell'evento che sono chiamati a governare. Comunque sia, sono spuntati commissari a tutto. Alle grandi opere, alle lunghe autostrade, alle terze e quarte corsie, ai ponti, ai viadotti, ai passanti, ai tornanti, ai torrenti, ai fiumi, ai tombini, alle catastrofi, alla corruzione, al malaffare, al bunga bunga. Anche Venezia, per volere del governo, è stata dotata di un commissario. Per il nuovo palazzo del cinema. Una scelta geniale. Fino a quel giorno si pensava infatti (stoltamente) che per costruire quella che in fondo resta una sala cinematografica, bastassero un architetto per il disegno, un ingegnere per dirigere i lavori e degli operai per farli. Sbagliato. Serviva un commissario, stupidotti. Non tanto per commissariare qualcosa, ma per sovrintendere e vigilare. Difatti l'hanno scelto con cura tra quelli che se ne intendono. Non a caso il nuovo cinema del Lido era stato astutamente inserito - chissà perché - tra le «grandi opere» del bel-paese, e perfidamente infilato - chissà perché - nelle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia. Comunque, nonostante il commissario, nulla di tutto questo è accaduto. Sarà perché qualcuno aveva nascosto l'amianto sottoterra - chissà perché - o sarà perché sono finiti i fondi, fatto sta che il nuovo palazzo del cinema non ha mai visto la luce. I lavori si sono fermati, attualmente non si sta costruendo un bel nulla, e forse non si costruirà mai. Nulla di personale s'intende, ma sarebbe stato naturale e logico che il commissario, fallita la sua missione - o comunque esaurita la sua funzione, a seconda dei punti di vista - salutasse educatamente, dando magari un bel ricevimento come fanno prefetti e questori, e salpasse allegramente per altri lidi. Invece no. Gliel'abbiano chiesto o l'abbia deciso, il commissario al cinema diventato commissario al nulla è serenamente rimasto al suo posto. Forse ha scoperto che l'aria ael Lido e salutare. A quanti gli chiedono conto, non sempre con garbo, di questa bizzarria, e anche dei costi che questa bizzarria comporta, il commissario al nulla si affanna premuroso a spiegare che il suo ruolo rimane comunque determinante, perché quel nulla forse un giorno diventerà qualcosa. In questa prospettiva si sta dando generosamente da fare. Anche più del dovuto. Incontri, riunioni, assemblee, consigli, direttive. E attenzione, non più solo sul cinema, ma spaziando su tutti i problemi dell'isola, dalle misure delle barche della darsena progettata a San Nicolò, all'altezza dei bagni degli appartamenti del futuro villaggio turistico al posto del vecchio ospedale al mare. Con una regia tanto abile quanto sorniona ha esteso il raggio di influenza del suo commissariato: partito da un cinema, è finito per commissariare un'isola intera. Come se non bastassero un Comune e, volendo, anche una Municipalità. E comunque un intento assai lodevole di tentare di rendersi utile, e di giustificare in qualche modo una modesta prebenda. Meriterebbe solo elogi per questo. Non fosse che resta il fatto, piuttosto singolare, che dopo aver fatto il regista del buco, adesso fa il commissario al nulla. Un'altra bella invenzione. E probabilmente anche un gran bel mestiere. Roberto Bianchin