Municipalità del Lido, votazione del Piano Generale del Traffico, c’ero anch’io.
Ho assistito a delle scene veramente penose. Sentire Presidente e in particolar modo Vicepresidente della municipalità che cercavano di salvare un piano che puzzava di stantio, la stesura era iniziata chissà quando, si riferiva ai dati del 1998, un piano contestato dall’Associazione per la viabilità, dall’Associazione Vittime della Strada, dal Coordinamento della Associazioni Ambientaliste, dai cittadini, dalla destra e dalla sinistra. Un piano controcorrente.
Un piano impopolare.
Un piano impopolare.
Un piano che prevedeva la costruzione di un parcheggio al posto del verde. Nelle città nessuno costruisce parcheggi come 20 o 30 anni fa, anzi ne stanno eliminando.
Nel mondo civile c’è in atto una rivoluzione della mobilità: vengono incrementati i mezzi pubblici, le biciclette, l’elettrificazione del traffico. E questi presentano un piano dove non c’è traccia di piste ciclabili in sicurezza, di decremento del traffico automobilistico, e che prevede un grande parcheggio al posto di un'area verde attualmente luogo di attività sportive di ragazzi in cerca di campi verdi che al Lido sono sempre meno.
Ho assistito a panegirici della serie “quanto siamo stati bravi noi” su opere già fatte e che i cittadini avevano messo in secondo piano ritenendo più importanti i due punti: piste ciclabili e parcheggio. Solo l’intervento dell’Assessore alla viabilità del comune di Venezia sembrava un po’ più attuale ma l’orientamento pareva fosse quello di aver fatto e di fare ciò che il Lido ha bisogno, soltanto a Mestre e nella Terraferma veneziana.
La protesta degli abitanti aveva portato la vicepresidenza a dare qualcosa che a me è sembrato un “contentino” un emendamento allegato che diceva che dove si poteva fare, sarebbe stata fatta anche qualche pista ciclabile. Il parcheggio veniva ridotto, ma sempre parcheggio rimaneva. Devo dare atto al rappresentante dei verdi che, questa volta, aveva dato una soluzione che avrebbe salvato capra e cavoli: accantonare momentaneamente il Piano, rivederlo, e, probabilmente, conoscendo con chi aveva a che fare (verba volant), inserire nel Piano stesso quanto era stato detto dall’Assessore soltanto a voce.
Non è stato accolto nessun salvataggio. Il Presidente , col PD che come al solito ha un innato spirito di autolesionismo, ha messo ai voti. Grazie al consigliere dei Verdi, ai due consiglieri di Rifondazione Comunista e, naturalmente all’opposizione, il Piano non è stato approvato.
Ed è proprio un “grazie” da parte dei cittadini e delle associazioni. Malgrado questa eccezione, è stata dimostrata, ancora una volta, la difficoltà con la quale i cittadini possono avere il diritto di parola su quanto casca dall’alto. Sappiamo che la saga del Piano non è ancora finita, adesso procederà l’iter ma col parere contrario della Municipalità. Bisognerà continuare a seguirla anche al Consiglio Comunale e farci sentire.
Non vogliamo più feriti e tantomeno morti sulle strade del Lido sia pedoni che ciclisti che automobilisti. Cerchiamo di dare ad ognuno il proprio spazio per camminare, per pedalare e per guidare.